[3] Espero
Quando
Ludovico Lazzaro Zamenhof
presentò al mondo il suo progetto di lingua
universale, con la pubblicazione, nel
Ecco, allora, imporsi come prima parola del nostro viaggio il verbo esperi, il cui participio presente esperanto passerà, nel giro di un anno, da pseudonimo di Zamenhof a indicare definitivamente la nuova creazione linguistica. Espero è la “speranza” in un mondo migliore, più umano e più fraterno, è il Leitmotiv che infervora i cuori e la produzione artistica del Movimento; Esperantujo, la “Terra dell’Esperanto”, quella Patria ideale spesso posta in essere durante i convegni e gli incontri, dove il “popolo” esperantista ritrova e approfondisce la coscienza di sé; esperantisto è chi vive il Movado, mentre esperantoparolanto chi conosce la lingua senza prendere parte a incontri e attività; e, ancora, esperantistaro (che, nel suo valore unitario di collettivo, traducibile come la “comunità esperantista”, è simbolicamente più forte del più usuale plurare esperantistoj) è termine formato sul suffisso -ar- indicante appartenenza.
Proverbi del giorno, dedicati naturalmente (in modo più o meno ottimistico) alla Speranza: