[26] Revo / Sonĝo
Il percorso umano e culturare di
Zamenhof è talmente intriso di sogno, che la lingua nascente presenta,
dal
punto di vista lessicale, una interessante particolarità: la differenza
fra sonĝo,
il sognare durante la notte, e revo, il sogno a occhi aperti,
quello che
mosse Zamenhof a intraprendere il progetto esperantista.
La paura che il suo
sogno non si
avverasse, proprio a ridosso del primo congresso universale, gli
ispirerà una
strofe saffica che quasi ammicca ai celeberrimi versi archilochei:
Ho, mia kor’ Ho, mia kor’, ne batu maltrankvile, El mia brusto nun ne saltu for! Jam teni min ne povas mi facile, Ho, mia kor’! Ho, mia kor’! Post longa laborado Ĉu mi ne venkos en decida hor’! Sufiĉe! trankviliĝu de l’ batado, Ho, mia kor’! |
Oh,
cuore mio Oh cuore mio, non battere agitato, non balzar fuori ora dal mio petto! Ormai non riesco a controllarmi facilmente, oh cuore mio! Oh cuore mio! Dopo lungo lavoro forse non spuntarla nel mormento decisivo! È abbastanza! Rallenta i tuoi battiti, oh cuore mio!] |
Kastel’ en aero – malsato sur
tero [825]
“Castello in aria – fame sulla terra”