[119] Gyula Baghy
Ungherese (1891-1967), attore, poeta e prosatore con lo pseudonimo Julio Baghy, esperantista dal 1911, si dedicò pressoché totalmente all’esperanto dopo la guerra, dove la prigionia in Siberia segnò la sua produzione artistica; da questo periodo prendono spunto i suoi romanzi Viktimoj (“Vittime”, 1925), Sur sanga tero (“Su una terra insanguinata”, 1933) e La verda koro (“Il cuore verde”, 1937), quest’ultimo scritto in un linguaggio semplice per i principianti, per cui è stato spesso adottato come testo didattico e ne sono state fatte molte edizioni (due in Italia). Suoi romanzi sono stati tradotti in altre lingue: Printempo en la aŭtuno (“Primavera in autunno”, 1931, romantico) in francese e in ungherese, Hura! (“Urrà!”, satirico, a sfondo sociale) in tedesco. Ha scritto numerosi libri di racconti e raccolte di poesie; redattore della rivista Literatura Mondo [72; 112], è stato considerato un esponente di spicco della scuola ungherese, che attorno a quella rivista si raccoglieva nel periodo fra le due guerre; e il suo nome è spesso stato associato all’altro grande poeta di quella scuola, K. Kalocsay; antologie delle loro poesie sono raccolte, come omaggio celebrativo, nei due volumi Arĝenta duopo (“Coppia d’argento”, 1937) e Ora duopo (“Coppia d’oro”, 1966). La sua ultima opera è un dramma in versi, Sonĝe su pomarbo (“In sogno sotto un melo”,1956, a sfondo mistico). In poesia è spontaneo e melodico, e sa fondere la forma classica a un'espressività brillante e viva. La poesia presentata ironizza (efficace l’onomatopea) su chi, fra gli esperantisti, proprio come le rane, continua a gracidare senza poi mai concretizzare nulla; di simile ispirazione è Estas mi esperantisto, che abbiamo già presentato.
Rankvarteto
Sub tegmento staris kuvo, dum somera densa pluvo. Sed tegmento baris pluvon, pluvo falis apud kuvon. Ĉar el pluvo kuv' ne havis, pro la soifo ranoj kvakis: Kvavak kvavak kvak kvak kvak Akva kuvo, akva kavo. kvak kvak kvak kvak kvak kvak kvak Kvakas ni al Akvoavo. kvak kvak kvak kvak kvak kvak Kvar kvakantoj kvardekvoĉe, kvartet-kvakas plenriproĉe, Pro mankhav' de la kava kuvo, en la akvokuv' sen pluvo. Kvavak kvavak kvak kvak kvak Kava kuvo vane vakas. kvak kvak kvak kvak kvak kvak kvak Kvankam ni por pluvo kvakas. kvak kvak kvak kvak kvak kvak Kvodlibet' de ĥor' kvakanta, en la kuva kav' vakanta. Kvakas kvere: Akvoavo, akvon al la kuvokavo. Kvavak kvavak kvak kvak kvak Tio pruvas: se dum pluvo, staras sub tegment' la kuvo, Ranoj vane kvaki povas, se je salto sin ne movas. Do ne kvaku kiel ranoj, karaj gesamideanoj! Kvavak kvavak kvak kvak kvak |
Il
quartetto delle rane
Dedicata a chi non fa nulla e si lamenta Sotto il tetto c'era una tinozza durante la densa pioggia estiva, ma il tetto chiudeva la strada alla pioggia, la pioggia cadeva vicino alla tinozza; poiché la tinozza non aveva acqua, per la sete le rane gracidavano: Kvavak kvavak kvak kvak kvak tinozza d'acqua, cavità per l'acqua kvak kvak kvak gracidiamo a Nonna-acqua kvak kvak kvak in quattro a gracidare con voce per quaranta gracidano in quartetto gli uni agli altri perché è vuota la tinozza cava nella tinozza d'acqua senza pioggia Kvavak kvavak kvak kvak kvak!!!!! la tinozza cava è impotentemente vuota kvak kvak kvak benché noi gracidiamo per la pioggia kvak kvak kvak un coretto gracidante nella cava tinozza vuota gracida tubando: Nonna-acqua, fa' cadere acqua alla cavità della tinozza Kvavak kvavak kvak kvak kvak!!!!! Questo prova che, se mentre piove la tinozza sta sotto il tetto, le rane possono gracidare invano, se non si muovono di un salto. Non gracidiamo dunque come rane, cari gesamideanoj. Kvavak kvavak kvak kvak kvak |
Un curioso video su questo “quartetto di rane” si può trovare su http://www.youtube.com/watch?v=Nw6V49hlx98.