[103] Interna
ideo
Sistema valoriale implicito di rilettura dell’uomo nel rapporto con i suoi simili e con un piano superiore (non necessariarmente ultraterreno e oltreumano), la interna ideo segna l’ambiente esperantista e lo connota specificamente: è una sorta di sinteno (“feeling”, direbbero gli inglesi) indistinta e condivisa – di fratellanza [> 22; 33], si potrebbe dire - che fa sì che un esperantoparolanto affettivamente valga per un esperantoparolanto molto più che, ad esempio, un angloparolanto a un angloparolanto.
Anche se la ‘interna ideo’ resta spesso qualcosa di nebuloso e indistinto, e più superficialmente si dichiara che chi si avvicina all’esperanto lo fa per i motivi più disparati, è altrettanto vero che il movimento in sé incarna tratti sociali troppo marcati per accogliere chiunque. Ecco i principali e più significativi: antirazzismo; sensibilità nei confronti delle minoranze; rispetto di valori quali democrazia, tolleranza, condivisione; visione positiva di fenomeni quali mescolanza, contaminazione, meticciato, ibridazione, tanto da un punto di vista sociale quanto culturale; forte attenzione per il concetto di laicità.
Così Nitobe Inazô rifletté sulla interna ideo esperantista:
L’ambiguità non sarà mai sciolta: accanto all’affermazione, attenuata, soprattutto a sèguito dell’esperantismo francese, che l’ideale homaranista “presenta il mio credo puramente privato” e “prospetta solo un indefinito sentimento di fratellanza e di speranza” (Originala Verkaro de L.L. Zamenhof, ed. J. Dietterle, Hirt & Sohn, Leipzig 1929: 339), si trova altrimenti espressa l’idea che, per “render possibile giustizia e fratellanza fra i popoli” è indispensabile superare ogni nazionalismo, particolarismo e discriminazione, dar vita a un fondamento linguistico universale e religioso e morale valido per l’intera umanità, e in ciò hilelismo/homaranismo [> 40; 57] ed esperanto “sono strettamente connesse fra loro e inscindibili: allo stesso modo di come l’hilelismo non potrà esistere senza una lingua neutrale, così l’idea di una lingua neutrale non potrà mai realizzarsi senza l’hilelismo” (Originala Verkaro 323; per il concetto affine di nova sento).
L'immagine è da http://www.eilatgordinlevitan.com/bialystok/bial_pages/bial_stories_ll_zamenhof.html.
Du manoj faras ĉion,
sed unu nenion [390] “Due mani fanno tutto, una niente”.