[19] Samideano
Ritorniamo
all’apertura del discorso
di Boulogne-sur-Mer, cuore
del progetto esperantista. Lì per la prima volta Zamenhof nomina gli
astanti
con il termine samideano, che letteralmente significa “colui che
partecipa (-ano) della medesima (sam-)
idea”, appellativo con cui non
raramente, da allora, gli esperantisti si rivolgono l’un l’altro. Samideane
(gli avverbi
in esperanto finiscono in –e) è una tipica
formula di saluto nelle lettere, mezzo di comunicazione fra i più in
uso nei
contatti esperantisti.
“Persone che condividono lo stesso ideale”, “coidealisti”, seguaci di uno stesso ideale, samideanoj in senso lato possono essere anche i cristiani, i liberisti, i pacifisti, i vegetariani ecc.
Altro termine-chiave
del discorso
programmatico di Boulogne è (kun)batalantoj, come formazione
participio presente (-ant-) del verbo batali, con il
valore di
“colui che lotta (insieme)” per la fina
venko.
Per riflettere sul sano limite alla batalemeco {“inclinazione battagliera”, nome astratto in -ec- da batal- con infisso-em- “incline a”}, ecco un paio di proverbi adatti: En unu sako du katoj, ĉiam mordoj kaj gratoj [527] “due gatti in un (solo) sacco, sempre morsi e graffi”, Mordantaj hundoj kuras ĉiam kun vundoj [1566] “cani che mordono corrono sempre con delle ferite”.