[52] Prefissi e suffissi

 
Vista la semplicità e la regolarità dell’esperanto, relativamente alla formazione delle parole, è da sottolineare come in ciascuna di esse vi sia una parte essenziale, invariabile, detta radice o radicale, a cui si aggiungono desinenze e affissi a formare i diversi vocaboli. Desinenze sono quelle lettere che si aggiungono alla radice, per derivarne sostantivi (-o), aggettivi (-a), avverbi (-e) e verbi (-i); con gli affissi, distinti in prefissi e suffissi a seconda che si antepongano o si pospongano alla radice, si formano parole derivate. Unendo due o più radici si ottiene una nuova parola, composta dalle due precedenti. L’ordine delle parole della frase è totalmente libero.

 
Ecco la lista dei prefissi:

 
bo -   indica parentela dovuta al matrimonio

      frato fratello / bofrato cognato

 
dis-   indica dispersione delle parti di un oggetto

      doni dare / disdoni distribuire

 
ek-   indica inizio di un’azione

      vidi vedere / ekvidi scorgere

 
eks-  indica cessazione di una funzione

      ministro ministro / eksministro ex ministro

 
fi-    indica disprezzo

      libro libro / filibro libraccio

 
ge-   indica unione di due sessi

      patro padre / gepatroj genitori

 
mal-  indica l’opposto:

      bela bello / malbela brutto

 
mis-  indica errore

      kompreni comprendere / miskompreni fraintendere

 
pra-   indica lontananza o lunga distanza nel tempo

      avo nonno / praavo antenato

 
re-    indica ripetizione di un’azione

      fari fare / refari rifare

  
Ed ecco invece la lista dei suffissi:

 

--   indica disprezzo; è suffisso peggiorativo

      vino vino / vinaĉo vino cattivo

 
-ad-   indica frequenza, azione prolungata

      parolo parola / parolado discorso

 
--   indica cosa concreta

      pentri dipingere / pentraĵo dipinto

 
-an-   indica membro di una collettività, di un insieme

      urbo città / urbano cittadino

 
-ar-   indica riunione, gruppo, insieme

      ŝtupo scalino / ŝtuparo scala

 
-ebl-  indica possibilità

      vidi vedere / videbla visibile

 
-ec-   indica un’idea astratta di qualità o stato

      amiko amico / amikeco amicizia

 
-eg-   indica accrescimento

      bela bello / belega magnifico

 
-ej-   indica locale, luogo

     lerni imparare / lernejo scuola

 
-em-  indica tendenza, inclinazione, voglia

      paroli parlare / parolema loquace

 
-end-  indica ciò che deve essere fatto

       detrui distruggere / detruenda da distruggere

 
-er-   indica elemento, parte, particella

      sablo sabbia / sablero granello di sabbia

 
-estr-  indica chi comanda

      urbo città / urbestro sindaco

 
-et-    è suffisso diminuitivo

      domo casa / dometo casetta

 
-id-   indica discendenza, filiazione

      bovo bue / bovido vitello

 
-ig-   indica il rendere, il fare [> 47]

      varma caldo / varmigi scaldare

 
--   indica il divenire, il farsi

      pala pallido / paliĝi impallidire

 
-il-   indica attrezzo, strumento, mezzo

     tranĉi tagliare / tranĉilo coltello

 
-in-   indica il femminile

      patro padre / patrino madre

 
-ind-  indica ciò che è degno

      laŭdi lodare / laŭdinda lodevole

 
-ing-  indica contenitore parziale

      cigaro sigaro /cigaringo bocchino

 
-ism-  indica sistema, dottrina

      nacio nazione / naciismo nazionalismo

 
-ist-   professione, mestiere

      instrui insegnare / instruisto insegnante

 
-obl-  indica moltiplicazione (suffisso numerale)

      du due / duoblo doppio

 
-on-   indica frazione (suffisso numerale)

       du due / duono metà

 
-op-   indica il collettivo (suffisso numerale)

       tri tre / triopo trio

 
-uj-   indica contenitore totale (o anche Paese geografico)

      cigaro sigaro / cigarujo portasigari

 
-ul-    indica individuo

      juna giovane / junulo giovane (sost.)

 
-um-   ha un significato indefinito; viene impiegato quando manca un suffisso adatto a esprimere relazioni generali con l’idea espressa dalla radice (lo abbiamo già incontrato all’opera).

akvo acqua → akvumi dare aqua, innaffiare

Sapumi la okulojn [2201] “insaponare gli occhi” è un detto proverbiale che allude a un imbroglio.

 
Esistono altri due suffissi, -ĉjo- e –nj-, usati, rispettivamente per il maschile e il femminile, per formare soprannomi e vezzeggiativi; il loro uso non è regolare per il fatto che sono uniti non all’intera radice del nome ma a una sua abbreviazione:

      Vilhelmo      Vilĉjo, Vilheĉjo, Viĉjo

      Marina         Marinjo, Manjo

Sono da notare anche le forme paĉjo e panjo, rispettivamente vezzeggiativi di patro ‘padre’ e patrino ‘madre’.





 

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