[66] Regulo dekunua

 
La “regola 11” dell’esperanto suona così: Kunmetitaj vortoj estas formataj per simpla kunigo de la radikoj de la vortoj. La ĉefa vorto staras je la fino [“Le parole composte sono formate dalle radici delle parole. La parola più importante si trova alle fine”].

 
Si tratta dunque della norma che presiede la formazione e la struttura di una delle caratteristiche più peculiari del lessico dell’esperanto, i composti. Vediamone alcuni esempi pratici:

 
skribomaŝino (skribo + maŝino “macchina”) = “macchina da scrivere”

taglibro (tago “giorno” + libro “libro”) = “diario” (lett. “libro del giorno”)

urbodomo (urbo “città” + domo “casa”) = “municipio” (un po’ come l’inglese city hall)

tagmanĝo (tago “giorno” + manĝo  “pasto”) = “pranzo”

naskiĝloko (naskiĝo “nascita” + loko “luogo”) = “luogo di nascita”

skribotablo (skribi “scrivere” + tablo “tavolo”) = “scrivania”

dormoĉambro (dormi “dormire” + ĉambro “camera, stanza”) = “stanza da letto”.

 

…Ed ecco un paio di sagge applicazioni proverbiali:

Ĉiu tajloro havas sian tranĉmanieron [272] “Ogni sarto ha il suo taglio” (lett. “modo di tagliare”).

Seka panpeco, sed en libereco [2236] “Un tozzo di pane secco, ma in libertà”.





 

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