[4] Fundamento
Scritto da Zamenhof nel 1905, il Fundamento
de Esperanto regola
l’essenza e l’esistenza dell’esperanto
e, di riflesso, del Movado,
il
Movimento che lo coltiva e lo diffonde. Considerato il cuore della
creatura del Majstro
{“Maestro”},
è testo intoccabile e imprescindibile per ogni esperantista. Le sedici
regole
(facilmente consultabili anche su Wikipedia)
erano state presentate per la prima volta nell’Unua Libro, brochure
che, nelle
lingue francese, inglese, russa, tedesca e polacca, proponeva per la
prima
volta il suo progetto di lingua universale.
Cominciamo dalla nona e dalla decima, che ci permetteranno di leggere i testi in esperanto:
La naŭa regulo:
Ĉiu vorto estas legata, kiel ĝi estas skribita.
9a: Ogni parola è letta come è scritta
10a: L’accento è sempre sulla penultima
sillaba
Diamo di seguito i criteri di lettura della lingua, tratti da D. Astori, Parlo esperanto, Vallardi: Milano 1996, pp. 9-11. Una buona grammatica di riferimento è quella di Umberto Broccatelli, Nuovo Corso di Esperanto per allievi e autodidatti, CoEdEs / Heroldo: Roma 1993.
Alfabeto
e pronuncia
L’alfabeto dell’esperanto è costituito da 28 lettere, ciascuna delle quali ha un suono ben distinto, indipendentemente dalle lettere vicine, corrispondente ad un solo segno grafico:
Ogni lettera ha un suono, che rimane costante e non si fonde mai con nessun altro: gruppi di consonanti non daranno suoni particolari, ma il susseguirsi dei rispettivi suoni.
Le singole lettere vengono pronunciate così: le vocali come in italiano, le consonanti seguite dal suono o: a, bo, co, ĉo, do, ecc. (da cui aboco “abbiccì”)
Vocali
Le vocali sono le stesse che in italiano, tranne che per l’apertura: a differenza della nostra lingua, nell’esperanto non esistono parole che cambino significato a seconda della pronuncia larga o stretta della e o della o.
Consonanti
Le consonanti appartengono all’alfabeto latino, tranne cinque “soprasegnate”, cioè dotate di un accento circonflesso sovrapposto, atte a rappresentare suoni che nelle lingue europee sono resi da gruppi consonantici; non esistono le lettere q, w, x, y, che sono rispettivamente chiamate, quando si incontrano in parole straniere o in formule matematiche, kuo, duobla vo, ikso, e ipsilono. Le consonanti non sono mai doppie (a parte qualche eccezione, entrata nell’uso generale, per evitare omonimie: Finno “finlandese” da fino “fine”); l’incontro di due consonanti uguali può verificarsi nel caso di parole composte.
La maggior parte
delle consonanti
si pronuncia come in italiano; indichiamo la pronuncia di quelle che se
ne
discostano:
c come la z italiana di pazzo
ĉ
come la c palatale di dolce
g
sempre gutturale; come
la g italiana di gatto
ĝ come la g palatale di gioco
h indica leggera aspirazione
ĥ
indica un’aspirazione gutturale, come la c toscana o
il ch
tedesco; sempre meno in uso, è spesso sostituito da k
j si pronuncia come la i breve di pieno; è una semivocale, e come tale non può prendere l’accento tonico; forma dittongo, e quindi sillaba, con la vocale precedente o seguente
ĵ
corrisponde alla j
francese de jour
k
sempre gutturale, come la c
italiana di cuore
s
sempre aspra come nell’italiano sasso
ŝ si
pronuncia sc nell’italiano scena
ŭ si pronuncia sempe come la u breve di buono; è una semivocale, e come tale non può prendere l’accento tonico; forma dittonghi, e quindi sillaba, con la vocale precedente o seguente
z
sempre s dolce, come
nell’italiano rosa
Accento
Non esistono accenti
grafici. La
parole sono sempre piane, ossia l’accento tonico cade sempre sulla
penultima
sillaba; le semivocali j e ŭ, come
già indicato, non prendono
l’accento tonico e si appoggiano alla vocale precedente o seguente.
Interpunzione
L’uso della punteggiatura è lo stesso che in italiano, a eccezione della virgola, che è sistematicamente segnata prima di ciascuna proposizione subordinata esplicita:
Domando se verrà Mi demandas, ĉu li venosNon so chi verrà Mi ne scias, kiu venos
, komo
; komopunkto / punktokomo
: dupunkto
! (ek)krisigno
? demandosigno
… tripunkto
- dividstreko
“ ” citiloj
[ ] krampoj
( ) parentezo
* asterisko / steleto
‘ apostrofo
A capo si dice alineo.
Uso della maiuscola
L’uso delle lettere
maiuscole
corrisponde a quello italiano. E’ da sottolineare che la parola Esperanto, per indicare la lingua, è
sempre maiuscola, per distinguerla da esperanto,
participio presente attivo del verbo “sperare”. Si scrivono inoltre con
la
minuscola i nomi dei mesi.
Esempi di pronuncia
Per concludere, si ritiene utile segnalare gli errori più comuni per gli italiani:
Anche le parole di origine
straniera acquisiscono l’ortografia dell’esperanto, come recita la
quindicesima
regola, che è, fra l’altro, la antaŭlasta (penultima):
La tiel nomataj “fremdaj vortoj”
estas uzataj sen ŝanĝo, sed ili ricevas la esperantajn ortografion kaj
finaĵojn.
Le cosiddette “parole straniere” vengono usate senza variazioni, ma ricevono l’ortografia e le terminazioni dell’esperanto.
Forniamo infine una prima
rassegna lessicale, dedicata ad alcune parole di uso ricorrente, quali
saluti,
formule di presentazione, locuzioni interrogative e altre espressioni
comuni.
Non spaventi l’introduzione del caso accusativo in alcune espressioni
interrogative: ne illustreremo fra
poco la formazione e un po’
più avanti altri usi caratteristici.
SALUTI E PRESENTAZIONI
Buon
giorno
Bonan
tagonBuon pomeriggio Bonan posttagmezon
Buona sera Bonan vesperon
Buona notte Bonan nokton
Salve Saluton
Benvenuto/i Bonvenon al vi
Bentornato Feliĉan revenon
A presto! Ĝis baldaŭ!
A domani! Ĝis morgaŭ!
Arrivederci Ĝis la revido!
Ciao! Ĝis!
Saluti! Salutojn!
Cordiali saluti Korajn salutojn
Come stai/state? Kiel vi fartas?
Bene Bone
Molto bene Tre bone
Così così Tiel kaj tiel / Duone malbone
Non sto bene Mi malbone fartas
I miei rispetti Respektoplena
Posso presentarLe il Sig. Rossi? Ĉu mi povas prezenti al vi sinjoron Rossi?
Piacere di conoscerLa Estas por mi plezuro konatiĝi kun vi
Il piacere é mio La plezuro estas mia
Onorato Mi sentas min honorata
Come si chiama / ti chiami? Kiel vi nomiĝas?
Mi chiamo Luca Mi nomiĝas Luko
Di dove sei / siete? De kie vi estas?
Sono italiano Mi estas italo
Da dove vieni? De kie vi venas?
Vengo dall'Italia Mi venas de Italujo
Dove sei nato? Kie vi naskiĝis?
Sono nato a Milano Mi naskiĝis en Milano
Quanti anni hai? Kiom aĝa vi estas? / Kiun aĝon vi havas?
Ho 15 anni Mi estas dekkvinjara / Mi aĝas dekkvin jarojn
Quanto tempo ti fermi qui? Kiom longe vi restas ĉi tie?
Mi fermo una settimana Mi restados unu semajnon
Sono qui per studio/in vacanza/per affari Mi estas ĉi tie por studado / en libertempo / por negocaj aferoj
LOCUZIONI INTERROGATIVE
Chi?
Kiu
(nominativo) / Kiun (accusativo)?Chi è quell’uomo? Kiu estas tiu viro?
Chi viene domani con me? Kiu venos morgaŭ kun mi?
Chi sta scrivendo la lettera? Kiu estas skribanta la leteron?
Di chi è questo libro? Kies estas tiu ĉi libro?
Che cosa? Kio (nom.) / Kion (acc.)
Cos' é questo? Kio estas tio ĉi?
Cosa ha detto? Kion li diris?
A cosa pensi? Pri kio vi pensas?
Che cosa è successo? Kio okazis?
Come? Kiel?
Come stai? Kiel vi fartas?
Come osi? Kiel vi kuraĝas?
Dove? (stato in luogo) Kie?
Dove siamo? Kie ni estas?
Dove abita Carlo? Kie loĝas Karlo?
(moto a luogo) Kien?
Dove va? Kien li iras?
Da dove? De kie?
Da dove vieni? De kie vi venas?
Da dove telefoni? De kie vi telefonas?
Perché? Kial?
Perché no? Kial ne?
Perché non mi credi? Kial vi ne kredas al mi?
Perché piangi? Kial vi ploras?
Perchè taci? Kial vi silentas?
Perché sono triste Ĉar mi estas malgaja / trista
Quando? Kiam?
Quando verrai? Kiam vi venos?
Quando me lo dici? Kiam vi diros ĝin al mi?
Quanto? Kiom?
Quanto costa? Kiom ĝi kostas?
Quanto pane avete? Kiom da pano vi havas?
Quanti anni hai? Kiom da jaroj vi havas?
Quale? Kia?
Quale libro vuoi? Kian libron vi volas?
Qual é il tuo nome? Kiu estas via nomo?
Se
nella frase c’è una parola interrogativa
(ki-vorto), essa è sufficiente a
formulare una domanda. Quando è assente, si ricorre ordinariamente alla
particella ĉu, posta in principio di
frase. Le domande indirette sono identiche, per struttura e per forma,
a quelle
dirette.
Vorrei sapere se parlate esperanto Mi volus scii, ĉu vi parolas Esperante
Cosa ha detto? Kion li diris?
Mi chiedo cosa abbia detto Mi demandas, kion li diris
ESPRESSIONI
DI USO CORRENTE
Lei
parla esperanto?
Ĉu
vi parolas Esperante?Dove posso trovare un taxi? Kie mi povas trovi taksion?
Per favore mi aiuti Bonvolu helpi min
Mi sono perso Mi perdiĝis
Parli adagio, per piacere; Bonvolu paroli malrapide;
non riesco a capire mi ne kapablas kompreni
Come si dice in esperanto? Kiel oni diras Esperante?
Posso aiutarvi? Ĉu mi povas helpi vin?
Ho fame Mi malsatas
Ho sete Mi soifas
E' importante Ĝi gravas
E' urgente Ĝi urĝas
Aiuto! Helpon!
Cosa succede? Kio okazas?
Lasciatemi in pace Lasu min en paco
A cosa serve? Al kio ĝi utilas?
Si accomodi Sidiĝu!
Aspetti un momento, per favore Bonvolu atendi momenton
Vogliate prestare attenzione Bonvolu atenti
“Cavalcare non si impara senza cadere” = chi non fa non sbaglia, “sbagliando s’impara”.